giovedì 28 febbraio 2013

Maturità Morale



Ho sempre pensato che il percorso dell'umanità fosse assimilabile a quello del singolo individuo, con un'altra scala di valori sul piano temporale ovviamente.
Ho portato dentro di me questa convinzione al punto da darla per certezza anche per gli altri.
Forse non è così e forse molti non pensano affatto che sia così.

D'altra parte si potrebbero eccepire una serie corposa di "eccezioni", abbastanza da far traballare la regola stessa.
Sarebbe innanzitutto più corretto parlare magari di storia del pensiero occidentale. E poi dove collochiamo, con precisione, il pensiero classico nelle tappe evolutive individuali?

L'analogia viene forse dal fatto che la storia del pensiero può essere vista come un'acquisizione graduale di consapevolezza, chiaramente da una prospettiva positivista.

Se il pensiero stesse seguendo, come nonostante tutto continuo a credere, un percorso evolutivo saremmo nel pieno della nostra crisi adolescenziale.
Non un bel momento per essere (più che esistere) per uno che ha odiato quella fase della propria vita.

Nella adolescenza il mondo esterno comincia a sfaldarsi come salda certezza per lasciare posto alle prime, e a volte sconcertanti, acquisizioni sulle dinamiche che regolano l'universo delle relazioni.
E' il momento della fuga da quel sistema di responsabilità e preccupazioni che comincia a delinersi all'orizzonte.

Quanto poco riflettiamo sul termine "distrazioni"? Le influenze tenaci dell'adolescenza impediscono il pieno compimento della maturazione di molte persone.. almeno di quelle che mi circondano.

Perchè dobbiamo "distrarci"? Perchè andare ad un concerto è una "distrazione"?
Suonerebbe meno rassicurante se ci dicessero (chi poi?) che ci stanno "distraendo" mentre ci rubano in casa, ma ad ogni modo non è così, sfortunatamente, perchè è più complesso.

Come molti sono affascinato dalle figure forti, travolgenti. Le persone che sembrano aver trovato una loro stabilità nel mondo dopo la tempesta adolescenziale.
Come fanno quelle persone a trovarsi così a loro agio nel mondo delle responsabilità? Perchè non hanno bisogno di distrazioni? Come è possibile che trovino soddisfazione e si compiano?

Ho fatto subito mentalmente il parallelismo tra quanto appena detto e le elezioni politiche da pochissimo trascorse.
Senza divenire assillante ma ho notato il tentativo embrionale di aumentare il livello di consapevolezza e responsabilità. Un tentativo timido ma inequivocabile come quando da bambini si prendeva per le prime volte la parola a tavola per partecipare alla discussione dei grandi suscitando mezzi sorrisi e sguardi benevoli.

Non posso dire cosa ne sarà di questo adolescente, un tempo che già non mi appartiene porterà il verdetto.