sabato 12 dicembre 2009

"Italioti"

Io, nero italiano
e la mia vita ad ostacoli

di PAP KHOUMA


Pap Khouma

Sono italiano e ho la pelle nera. Un black italiano, come mi sono sentito dire al controllo dei passaporti dell'aeroporto di Boston da africane americane addette alla sicurezza. Ma voi avete idea di cosa significa essere italiano e avere la pelle nera proprio nell'Italia del 2009?

Mi capita, quando vado in Comune a Milano per richiedere un certificato ed esibisco il mio passaporto italiano o la mia carta d'identità, che il funzionario senza neppure dare un'occhiata ai miei documenti, ma solo guardandomi in faccia, esiga comunque il mio permesso di soggiorno: documento che nessun cittadino italiano possiede. Ricordo un'occasione in cui, in una sede decentrata del Comune di Milano, una funzionaria si stupì del fatto che potessi avere la carta d'identità italiana e chiamò in aiuto altre due colleghe che accorsero lasciando la gente in fila ai rispettivi sportelli. Il loro dialogo suonava più o meno così.
"Mi ha dato la sua carta d'identità italiana ma dice di non avere il permesso di soggiorno. Come è possibile?".
"Come hai fatto ad avere la carta d'identità, se non hai un permesso di soggiorno... ci capisci? Dove hai preso questo documento? Capisci l'italiano?". "Non ho il permesso di soggiorno", mi limitai a rispondere.
Sul documento rilasciato dal Comune (e in mano a ben tre funzionari del Comune) era stampato "cittadino italiano" ma loro continuavano a concentrarsi solo sulla mia faccia nera, mentre la gente in attesa perdeva la pazienza.

Perché non leggete cosa c'è scritto sul documento?", suggerii. Attimo di sorpresa ma.... finalmente mi diedero del lei. "Lei è cittadino italiano? Perché non l'ha detto subito? Noi non siamo abituati a vedere un extracomunitario...".

L'obiezione sembrerebbe avere un qualche senso ma se invece, per tagliare corto, sottolineo subito che sono cittadino italiano, mi sento rispondere frasi del genere: "Tu possiedi il passaporto italiano ma non sei italiano". Oppure, con un sorriso: "Tu non hai la nazionalità italiana come noi, hai solo la cittadinanza italiana perché sei extracomunitario".

Quando abitavo vicino a viale Piave, zona centrale di Milano, mi è capitato che mentre di sera stavo aprendo la mia macchina ed avevo in mano le chiavi una persona si è avvicinata e mi ha chiesto con tono perentorio perché stavo aprendo quell'auto. D'istinto ho risposto: "Perché la sto rubando! Chiama subito i carabinieri". E al giustiziere, spiazzato, non è restato che andarsene.

In un'altra occasione a Milano alle otto di mattina in un viale ad intenso traffico, la mia compagna mentre guidava ha tagliato inavvertitamente la strada ad una donna sul motorino. E' scesa di corsa per sincerarsi dello stato della malcapitata. Ho preso il volante per spostare la macchina e liberare il traffico all'ora di punta. Un'altra donna (bianca) in coda è scesa dalla propria macchina ed è corsa verso la mia compagna (bianca) e diffondendo il panico le ha detto: "Mentre stai qui a guardare, un extracomunitario ti sta rubando la macchina". "Non è un ladro, è il mio compagno", si è sentita rispondere.

Tutte le volte che ho cambiato casa, ho dovuto affrontare una sorta di rito di passaggio. All'inizio, saluto con un sorriso gli inquilini incrociati per caso nell'atrio: "Buongiorno!" o "Buona sera!". Con i giovani tutto fila liscio. Mentre le persone adulte sono più sospettose. Posso anche capirle finché mi chiedono se abito lì, perché è la prima volta che ci incontriamo. Ma rimango spiazzato quando al saluto mi sento rispondere frasi del genere: "Non compriamo nulla. Qui non puoi vendere!". "Chi ti ha fatto entrare?"..

..Qualche settimana fa all'aeroporto di Linate sono entrato in un'edicola per comprare un giornale. C'era un giovane addetto tutto tatuato, mi sono avvicinato a lui per pagare e mi ha indicato un'altra cassa aperta. Ho pagato e mi sono avviato verso l'uscita quando il giovane addetto si è messo a urlare alla cassiera: "Quell'uomo di colore ha pagato il giornale?". La cassiera ha risposto urlando: "Sì l'uomo di colore ha pagato!". Tornato indietro gli dico: "Non c'é bisogno di urlare in questo modo. Ha visto bene mentre pagavo". "Lei mi ha guardato bene? Lo sa con chi sta parlando? Mi guardi bene! Sa cosa sono? Lei si rende conto cosa sono?". Cercava di intimidirmi. "Un razzista!" gli dico. "Sì, sono un razzista. Stia molto attento!". "Lei è un cretino", ho replicato.

Chi vive queste situazioni quotidiane per più di 25 anni o finisce per accettarle, far finta di niente per poter vivere senza impazzire, oppure può diventare sospettoso, arcigno, pieno di "pregiudizi al contrario", spesso sulle spine col rischio di confondere le situazioni e di vedere razzisti sbucare da tutte le parti, di perdere la testa e di urlare e insultare in mezzo alla gente. E il suo aguzzino che ha il coltello dalla parte del manico, con calma commenta utilizzando una "formula" fissa ma molto efficace: "Guardate, sta urlando, mi sta insultando. Lui è soltanto un ospite a casa mia. Siete tutti testimoni...".

Ho assistito per caso alla rappresentazione di una banda musicale ad Aguzzano, nel piacentino. Quando quasi tutti se ne erano andati ho visto in mezzo alla piazza una bandiera italiana prendere fuoco senza una ragionevole spiegazione. Mi sono ben guardato dal spegnerla anche se ero vicino. Cosa avrebbe pensato o come avrebbe reagito la gente vedendo un "extracomunitario" nella piazza di un paesino con la bandiera italiana in fiamme tra le mani? Troppi simboli messi insieme. Ho lasciato la bandiera bruciare con buona pace di tutti..

mercoledì 9 dicembre 2009

Spot bombing



Il governo ha fatto il 332,5% in più contro la mafia, riducendo del 98% e incrementando così del 550% pari a 20mila miliardi di gettoni d'oro, con un supplemento totale rispetto al precedente governo del 221,7% e quindi un 400% in meno di mafia.


Berlusconi sta ingaggiando una dura lotta contro la mafia?

Ero certo che avrebbe tentato di sconfiggere.. la sua concorrenza.

lunedì 7 dicembre 2009

Mala chia



Se vent'anni fa avessero detto agli italiani che nel post post moderno 2009 avremmo avuto salotti televisivi con ospite la prostituta che si è venduta al presidente del consiglio (ancora) in carica, credo che nessuno ci avrebbe creduto.

Ma allora cosa ci riserva il futuro?

Ecco degli scenari, praticamente certi, prossimi a venire:

-il figlio del papa Beowolf quarto, condurrà il Gf100 con lo pseudonimo di Amadeus

-Panariello guiderà il maggiore partito d'opposizione (prossimo al 3%)

-verrà assecondata la richiesta di secessione della lega, ma solo tra est e ovest

venerdì 13 novembre 2009

La poetica del Fantantonio da Bari vecchia



Cassano in nazionale! Cassano a casa!

Mi rendo conto che stanno rompendo un po' le balle, ma vorrei aggiungere una breve considerazione. Premetto che sono pro-Cassano per motivi tecnici e per come vedo il calcio, ma vorrei parlare dell'aspetto "storico-motivazionale".
Antonio Cassano nasce a Bari nel 1982 (il giorno dopo la vittoria "mundial"), in quella parte di Italia di cui si parla sporadicamente e a scopi sensazionalistici.
Il piccolo Antonio assume il cognome materno, dal momento che il padre non vuole riconoscere il frutto di un rapporto extra-coniugale. Cresce in una realtà difficile, dove impara ad "arrangiarsi".
C'è un particolare, però. Come tutti i bambini Antonio dà qualche calcio al pallone e scopre che la cosa gli riesce benino. La testa però non è delle migliori, e solo grazie alla dedizione dei tecnici del settore giovanile del Bari, Antonio riesce a mettere a frutto questo talento.
A 17 anni arriva la notorietà, e con essa un esercito di amici, parenti, (tra cui, toh, il padre), e beneauguranti che lo circondano. La metamorfosi del brutto e povero anatroccolo in star avviene definitivamente con il miliardario passaggio alla Roma.
Riguardo queste felici evenienze della sua vita Antonio ha una teoria molto semplice, tanto che ebbe a dire:
"Ho vissuto 17 anni da pezzente e nove da ricco, me ne mancano ancora otto per pareggiare"
Con il suo background non sorprende che abbia avuto molti problemi interpersonali nella sua carriera. Forse sorprende di più che ne sia venuto fuori abbastanza bene, e che si sia distaccato dall'entourage mafioso dei primi anni (molti suoi amici e parenti sono stati arrestati con questa accusa).
Questa digressione sulla sua vita serve per capire come si è suddivisa l'Italia del pallone su questo personaggio. C'è chi non gli perdona quel talento enorme, e vorrebbe che fosse capitato ad un ragazzo "serio" con la faccia pulita (non piena di brufoli..), anzi lo vorrebbe per sè e glielo invidia terribilmente. Poi c'è chi, come me, non riesce proprio a provare invidia per la vita che è toccata a Cassano, nonostante i soldi e il resto.
Confesso il mio sogno romantico. Cassano che ci fa vincere il mondiale e diviene il simbolo dell'Italia nel mondo. Così, in un classico contrappasso Dantesco, l'orgoglio nazionale è figlio dell'Italia peggiore, e la riscatta per una notte: "dai diamanti non nasce niente, dal letame.."

Poi, oh, capisco pure chi si schiera dalla parte del "lampadato" che guida la nazionale. Un tipo che quando va da qualche parte è preceduto di 10 minuti dal suo Ego.

lunedì 26 ottobre 2009

Il popolo delle sinistre



Sono belli,
simpatici e intelligenti. Impartiscono lezioni di morale agli zotici, fubastri e ladruncoli della destra. Ed è giusto perchè sono arguti ed onesti; fieri della loro intelligenza.
Intelligenza che consente loro di scegliere cos'è meglio per tutti, e non voterebbero mai qualcuno solo perchè viene detto loro di farlo.
Accade poi che, in Campania, il candidato alla segreteria nazionale del partito democratico Bersani prenda il 65% dei voti. Il nostro era appoggiato, niente di meno che dal grande BASSOLINDO.
Riassumo brevemente: 130.000 campani hanno speso due euro per votare Bassolino!
Devo pensare che questo politico abbia fatto molto per le comunità locali in questi anni.Oppure è voto di scambio che ne so. Mi chiede solo se questi elettori "eletti" (in quanto selezionati tra i probi votanti del pd) siano così diversi da quelli che votano il puttaniere?

venerdì 16 ottobre 2009

TV, i trust in you



Questo è un vero capolavoro.
Io, da parte mia, non mi sono mai fidato di giudici che indossano calzini turchesi, spero che voi non siate stati così ingenui.
Quanto durerà ancora questo strazio?

mercoledì 7 ottobre 2009

Stringato ma utile dizionario etimologico medico



Il linguaggio medico, spesso definito "
bla bla medico", può risultare ai non esperti oscuro e complesso, nonchè spaventoso.
La conoscenza dell'origine storica dei termini medici può aiutare il paziente a superare questo ostacolo psicologico.

Il classico esempio utilizzato a questo proposito è quello del Pioderma Gangrenoso.
Il nome ci appare misterioso e ci provoca agitazione, ma scomponendolo nelle sue parti si capisce che fa semplicemente riferimento alla sua origine storica e alla sua distribuzione epidemiologica.
La patologia viene fatta risalire infatti a papa Pio cinquecentesimo (D) conosciuto negli ambienti capitolini come "Er Magnaccio". Ecco che facilmente PIO D ER MAgnaccio, diviene pioderma.

Non sorprende, con questi presupposti di cui ora disponiamo, che il pioderma si riferisca ad una patologia psichiatrica in cui il paziente non riesce ad avere rapporti sessuali duraturi e soddisfacienti se non travestito da ponteficie (o in alcuni casi meno gravi indossando la papalina), e la sua/il suo partner vestito da suor Germana (Bernadette nelle forme fruste).
Il termine Gangrenoso invece si riferisce alla tendenza della patologia a manifestarsi in piccoli gruppi (Gang) per lo più nella valle del Reno (renoso).


Altro classico esempio dell'ambito ecclesiastico è quello della sclerosi diffusa. Si intuisce subito che il termine sclerosi deriva ovviamente da "clero".
La "clerosi" (divenuta negli anni sclerosi) è una patologia che storicamente ha iniziato con l'interessare le alte sfere vaticane, ma poi si è "diffusa" a preti e non. La patologia conduce ad una progressivo e irreversibile irrigidimento del modo di pensare, e ad una necrosi della tolleranza.


Altra malattia che suscita spesso un immotivato sgomento nei pazienti è l'Angioedema Ereditario.
In realtà questa patologia risale ad una vicenda che riguarda la casata degli Angiò. Il principe Gino d'Angiò e sua moglie Dema (Angio e Dema) ebbero un feroce alterco su questioni di eredità (ereditario). Il principe infatti desiderava lasciare tutti i suoi averi al suo figlio maschio nato da una relazione extra-coniugale, ignorando la sua legittima figlia. La principessa Dema alla fine del litigio piantò un'accetta nella schiena del marito recandogli un profondo dolore.
Da allora i pazienti che in pronto soccorso soddisfano la famosa triade:

-dolore alla schiena
-oggetto contundente
-uxoricida

si possono definire affetti da angioedema ereditario.

Spero che questo breve trattato possa servire soprattutto nel fornire un metodo ai pazienti che si trovino davanti a diagnosi complesse.
Così ad esempio la dizione malattia coronarica farà subito venire alla mente la celebre malattia che colpiva la famiglia reale del Costa Rica (corona-rica) e ciò ci risparmierà inutili spaventi.

My two cents: Italia oggi



Sentimenti a buon mercato ieri da Vespa. Il conduttore (un tempo maculato) ha annunciato in diretta televisiva la scoperta della cura per la
SLA, malattia fino a ieri letale, che da oggi non fa più paura.
Il farmaco agisce immediatamente e senza effetti collaterali; il suo nome è dio!
Ovvio, direte voi. Eh ma nessuno ci aveva pensato prima.

La vedova Welby, in sala, era oggetto di un sottile scherno, in fondo a suo marito sarebbe bastato farsi il segno della croce, peccato.

Ad un tratto, mentre inghiottivo barbiturici, mi è venuto in mente l'Alberto Tomba dei tempi d'oro, con il suo eloquio talmente contorto che i suoi imitatori non erano in grado farne una parodia.

Allo stesso modo ieri, il Vespa, era così un pezzo di merda che neanche i tg satirici di Beppe Braida o Emilio Fede potrebbero rendere l'idea.

Ad esempio, dopo il racconto di una "miracolosa" (*) guarigione dalla SLA dopo un viaggio al Lourdes, si rivolge alla vedova Welby con un: "e ora come la mettiamo, signora?" Come se la sua scarsa fede in dio fosse stata la causa della morte del marito!

Quando sarò medico chiederò ai pazienti se credono nei miracoli. Al gruppo dei si, farò quindi seguire un percorso terapeutico fatto di padre nostro e ave maria.

Per gli altri sceglierò diabolici trattamenti scientifici e almeno se sentirò dire: "grazie dottore, sappia che io non ho mai perso la fede", saprò che la divinità in cui non hanno perso la fede sono io.

D'altra parte se uno vuol fare il medico pare debba entrare per forza in competizione con l'altissimo.
Mi chiedo come mai dio non faccia altri tipi di miracolo, tipo far apparire improvvisamente un palazzo, o una pizza benfatta nel nord Italia.

* Clausole, postille e codici di avviamento postale:

Entrando più nello specifico del "miracolo" raccontato ieri sera da Vespa e approcciandolo in modo critico-scientifico-epistemologico, si possono fare alcune osservazioni.

La paziente in esame sarebbe guarita, dopo un viaggio al Lourdes, dalla diagnosi (badate bene) di SLA.

Il brulicare di peli sul suo volto però fa ragionevolmente sospettare una policistosi ovarica.
Più propriamente quindi, la divinità in causa non avrebbe guarito la paziente, ma scambiato la sua malattia con una meno grave ma socialmente più imbarazzante.

Il passaggio logico successivo ci porta quindi ad ipotizzare la presenza di una divinità ingannatrice e beffarda come suggerito da Descartes.
In questa ottica tutto assume contorni diversi (insalata, patatine fritte etc), ad esempio Vespa potrebbe essere un inganno della mia mente, oppure un crogiolo di vermi che fuoriesce dalle interiora di un cadavere.

Quindi per dirla con le parole del grande filosofo francese: vivere in Italia oggi? Cogito ergo fugio.

sabato 19 settembre 2009

Whatever works.. works!



Colpito e affondato (è vero è un clichè..)!! Il nuovo film di Woody Allen è una strepitosa tempesta che viaggia ad un ritmo folle e fracassa coscienze.

Sembrava veramente tramontata la stella del grande Woody. Pellicola dopo pellicola sembrava non fosse rimasto più niente da vedere. Ecco invece un sussulto imprevisto. Un film perfettamente "Alleniano", se esiste il termine, con un protagonista più "Alleniano" che mai, funziona (ancora!).
Un cervello adatto a svelare i misteri della meccanica quantistica è alle prese con dei "vermetti" (noi) cui svogliatamente svela i misteri del mondo, grazie alla sua "visione d'insieme". Quello che Allen pensa della vita è comodamente servito in sala, per quelli che hanno la pazienza di andarlo a vedere.. non ne vale la pena?

mercoledì 16 settembre 2009

Dettagli



Non so esattamente perchè, ma per la nostra mente sono i piccoli dettagli, spesso, a fare la differenza.
Sono partito da piccole osservazioni, di quelle che ti rendono molto orgoglioso, e pedante agli occhi degli altri.

Soprattutto su internet spesso si possono fare piccole deduzioni epidemiologiche, seppure molto empiriche. Capita ad esempio che la massa dei cibernetici si accalchi su un solo sito, o un solo social network, nonostante ne esistano vari. Probabilmente questo è dovuto alla legge per cui se una pizzeria è vuota e un'altra è piena, si preferisce fare la fila a quella piena.
Questo è vero, ma non è il solo motivo. Magari quel social network ha un particolare layout, o rende più facile vedere e pubblicare le foto. Queste piccole differenze giocano un ruolo a cavallo del subconscio (neuroni specchio?) e risultano determinanti.

Altro esempio, quando si chiede informazioni su un ristorante si pensa subito a come si mangia e a quanto si paga. Poi però un locale può incontrare il nostro gusto per tante altre piccole sfumature, come l'arredo.
Questo è vero però anche nell'arte. Ad esempio sul suo sito Luttazzi rivela che per il successo di una battuta oltre al contenuto, sono altrettanto importanti la scelta dei vocaboli, il tono della voce e i gesti.
Una battuta senza ritmo non fa ridere; una battuta troppo "periodata" non fa ridere; una battuta fatta da Tabacci invece che da Fiorello non fa ridere.

Ho infine rivolto la mia attenzione su qualcosa di più complesso come i rapporti interpersonali. Ho usato come metro me stesso, non avendone altri a disposizione, e su questo esiguo campione ho cominciato a fare lo scanner. Probabilmente per il desiderio di giungere ad un risultato ho definitivamente concluso che anche i rapporti umani sono profondamente influenzati dai dettagli.
Alcune volte mi è bastato un sorriso, una telefonata o una piccola attenzione per farmi rivalutare una situazione che mi sembrava peggiore di quel che era.

Potrebbe essere un esercizio utile (ma anche inutile.. no complain), provare per una volta a pensare ai dettagli e non all'essenza. Non voglio deliberare il trionfo della superficialità, ma talvolta non è tutto nero o bianco, e basta quel qualcosa in più per sbiancare quello che ingrigisce.


Oggi mi sono trovato per le mani la legge di Hubble (stavo leggendo l'ultimo romanzo di Moccia..) e ne sono rimasto profondamente colpito. In pratica 'sto Hubble qui ha teorizzato lo "spostamento verso il rosso cosmologico" e ciò indicherebbe che le galassie si allontanano ad una velocità proporzionale alla distanza. Questa intuizione è alla base della teoria dell'universo in espansione.
Non so nulla di più sull'argomento, ma mi è sembrato straordinaria questa legge.

Anche nella vita le cose più sono lontane più tendono ad allontanarsi. All'inizio sono possibili tante strade, ma poi più ne percorri una e più le altre si allontanano, e adesso so perchè: per la legge di Hubble.

Se adesso qualcuno si chiedesse cosa c'entri Hubble con la prima parte del post vuol dire che ha fatto poca attenzione.
In fondo se una cosa c'entra o no è un dettaglio.


Ps: scrivo nel day-after la (già) celeberrima puntata di Vespa sull'Abruzzo, ma ho deciso di non occuparmene. Segnalo però il link di un articolo "bello tosto" di Maltese.