venerdì 17 aprile 2009

Tragedia e commedia



Il carrozzone mediatico sta per abbandonare l'abruzzo. Non c'è più trippa, meglio rifarsi vivi più avanti. La tragedia se ne sta andando. Resterà la commedia. Infatti la commedia secondo Lenny Bruce non è altro che la tragedia lontana nel tempo o nello spazio. Quando deve spiegare questo concetto agli scettici, Daniele Luttazzi suole dire:

"E' precipitato un boing 747 della linea area etiope. Tutti morti, una vera stage. La linea aerea ha però in mente una nuova campagna pubblicitaria per tranquillizzare i clienti e rilanciarsi sul mercato.. Linee aeree etiopiche: i terroristi hanno paura di volare con noi!"

Poi dopo aver aspettato le risate del pubblico:

"Siete dei bastardi. Avete riso di una tragedia."


Un paio di appunti. Devo dire che l'essere stato impegnato mi ha salvato dalle maratone di solidarietà e gli appelli e tutto il resto. Bene così. Quello che penso della solidarietà è scritto su http://tomate.blogsome.com/2009/04/17/anche-io-non-daro-leuro/.

Inoltre mi ha colpito un servizio di Enrico Lucci delle Iene (http://www.youtube.com/watch?v=_-1MtaFdO3E) di questa sera. Gli accampati nelle tende che riscoprono il piacere di stare insieme e affermano di essere più felici ora di prima. Non è paradossale, è ovvio. Abbiamo bisogno di spazi sociali, di stare insieme per conoscerci, non avere paura l'uno dell'altro, non farci causa, non odiarci. Smettiamola con questo vuoyerismo della sfiga, la bulimia della sofferenza altrui, e impariamo qualcosa, cresciamo.

3 commenti:

  1. Anch'io sono rimasto colpito dal servizio di Lucci. Toccante. E, soprattutto, nella sua disarmante semplicità, profondo come nessun altro servizio "giornalistico" sensazionalistico messo in piedi da tutti gli sciacalli che infestano l'Abruzzo. Se libertà d'informazione vuol dire far sentire alla gente quello che gli fa male sentirsi dire, beh io stesso sono rimasto profondamente disturbato da questo servizio. Noi che abbiamo tutto, che non abbiamo vissuto tragedie, noi potremmo mancare di qualcosa che queste persone stanno ritrovando? Perfetta anche la scelta della colonna sonora di Gaber.

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  2. Un appunto sul pietismo di massa. Certi tipi di servizi, articoli sarebbero utili tra un mese o due, quando il terremoto d'Abruzzo sarà solo un pallido ricordo (eccetto per chi vive il disagio, fisico e psichico, in maniera diretta). Mi spiego: il servizio strappalacrime sarà utile tra qualche tempo per risvegliare l'attenzione sulla ricostruzione. Ma temo, ahimè, che il suddetto servizio non strapperà alcuna lacrima, suscitando piuttosto un moto di fastidio verso una tragedia "invecchiata".
    Come del resto nessuno pone più attenzione ai tanti feriti (anche gravi) che sono in ospedale ancora a rischio di vita. Ma quelli no: non fanno notizia come il decesso avvenuto per cause violente.
    Ps su questa morbosità, però, occorre chiamare in causa anche gli spettatori che "gustano" i drammi con grande voracità. E non cambiano canale o, meglio, non spengono la tv.

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  3. Sottoscrivo.
    Sulla questione degli spettatori credo che sia un cane che si morde la coda. Non si capisce di chi sia il peccato originale: della tv che non educa le folle, o delle folle che spingono verso un certo tipo di tv.

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