lunedì 22 giugno 2009

Do you speak english?



Ho letto recentemente un articolo riguardante la probabile "morte" di molte lingue oggi esistenti, cosa che mi ha convinto a scrivere quello che già mi frullava in testa da un pezzo.
L'articolo si pone in temi apocalittici nei confronti della "inglesizzazione" (termine di cui detengo i diritti..) dilagante.
Che l'articolo fosse francese (è uscito su "Recherche") non era neanche quotato.


Brevemente la fotografia della situazione è questa.
Oggi esistono circa 7000 lingue, ma meno di 80 sono parlate da più dell'80% della popolazione mondiale, mentre un cospicuo numero di lingue è parlato rispettivamente da meno di 10.000 persone.

Immaginiamo un navicella che abbandona la terra diretta su Marte, colma di persone che parlano solo italiano. Una volta su Marte le persone si distribuiscono a gruppetti ben distanziati e privi di possibilità di comunicare.
Dopo qualche generazione avrete delle lingue diverse. Ovviamente da noi sta accadendo l'opposto, la comunicazione ci sta "omologando" per usare un termine caro ai passatisti.


La mia modesta opinione, che sicuramente causerà molto scalpore (non mi sorpenderei di ricevere attacchi tramite le colonne di "Playboy" di domani) è che non si vede l'ora che questo accada. Non vedo l'ora che tutte le lingue si estinguano, compreso l'italiano, e che ne resti solo una.


Questo renderà molto più semplici i rapporti tra essere umani all around the world, e finalmente potrò liberarmi del mio complesso di inferiorità nei confronti dei cani.
E si perché un cane farebbe molta meno fatica di me a trasferirsi in Russia, e questo non depone a favore dell'uomo come animale più evoluto.
Ovviamente non vale lo stesso ragionamento se il cane lo spedite in Cina.. sigh!


Se provo a non pensare al mio legame affettivo con la lingua con la quale sto comunicando adesso, non posso non considerare quanto sarebbe stato più comodo crescere imparando quella lingua sciocchina che è l'inglese.

Come insegna Orwell la lingua non è soltanto uno strumento di comunicazione, ma la "sottigliezza" di un pensiero è anche suggerita dalla struttura della lingua stessa e dalla possibilità di scelta tra tanti termini simili ma non uguali.
(quick rewiew for dumnies: pensiero contro "l`inglesizzazione").

Tuttavia la lingua è un qualcosa di fluido, e nel momento stesso in cui l'inglese avrà valicato anche l'ultimo baluardo (saranno gli oltransisti della "grandeur"), non avremo neanche più l'inglese stesso, ma tutti porteremo il nostro mattone.
(quick rewiew for dumnies: pensiero pro "inglesizzazione")

Immagino i più accaniti, quelli che non riescono mai a fare pulizia sulla scrivania, che mi parlano di tutto quello che perderemo.
Nessuno gusterà più i versi del Leopardi? Si è così.
Più o meno quello che succede con il latino e il greco, più o meno quello che succede attualmente a favore dell'italiano e a discapito dei dialetti locali.

Si lascia sempre qualcosa indietro quando si fa un passo avanti, ma il passo è dettato da un maggior vantaggio nel computo finale, perciò tanto vale farlo a cuor leggero.

martedì 16 giugno 2009

Have you seen my four championship rings?



I Lakers sono doventati campioni nba 2009. Sconfitti in finale i Magic di "Superman", "Brother Hedo", "Skip to my lou" e gli altri per 4 a 1.

La serie finale è stata più aperta di quel che il punteggio racconta. Tuttavia i Magic si sono trovati in finale un po' contro tutti i pronostici e per loro erano stati soltanto elogi fino a quel punto. Per i Lakers invece c'erano solo due possibilità: titolo o fallimento.
Da un punto di vista tattico i Lakers avevano un "game plan" molto chiaro. In difesa dovevano assolutamente impedire la "early offense" dei Magic. Gasol in questo è stato perfetto, negando sempre la transizione rapida ai magic. Successivamente era necessario difendere bene il pick n roll e impedire le ricezioni profonde ad Howard. Nonostante le difficoltà soprattutto sulla situazione di pnr nel complesso la difesa ha tenuto, concedendo pochissimo anche alla situazione di pick n pop.
In attacco la parola d'ordine era eseguire la tpo con le necessarie spaziature, muovere la palla e sfruttare i cm in più della power forward di turno.
Alla fine obbiettivi centrati e anello portato a casa, il decimo per coach "Zen", che diviene il più titolato all time.
Per Kobe Mvp senza discussioni. Chiude la serie finale con più di 32pt di media e più di 7 assist. Per lui gara 1 e gara 5 strepitose per motivi diversi. Nella prima è nei panni di scorer immarcabile (40pt con 8 assist e altrettanti rimbalzi praticamente in tre quarti, poi il divario è tale che non è più necessario schierarlo), nella 5 "controlla" il ritmo della gara rintuzzando ogni tentativo di rimonta di Orlando.

Posto solo due video anche se sarebbero tantissime le cose interessanti da annotare. Nel primo abbiamo una bella esecuzione della "triangolo". Nell'azione si può notare come il triangolo si formi sul lato forte, poi la palla passa ad Odom su lato debole per andare da Kobe che esce da uno screen, finta di tiro e palla a "The Fish" per un comodo jumper mancino.



Nel secondo video la "giocata" di questi Play-off che arriva nel terzo quarto dell'ultima gara di fronte al miglior stoppatore della lega, ovviamente targata Bryant.


Kobe doin work



Recentemente è uscito un documentario di Spike Lee su Kobe Bryant. Il "Mamba" è stato seguito dalle telecamere prima, durante e dopo una gara di regular season della passata stagione contro gli Spurs.

Sorprende la capacità del regista di girare sequenze con grande impatto visivo, considerando la semplicità del materiale di partenza.
Posto una breve parte del documentario per evitare violazioni di Kobe-rights.


sabato 13 giugno 2009

La banalità del male



Un giorno la mia ragazza mi si avvicinò con una faccina smunta e mi diede una notizia orribile.

Purtroppo ero distratto. Colpa della montatura rossa degli occhiali di Maroni. Secondo me tendono a suggerire note di transgendering, mi dicevo tra me e me; e non possono certo avvalorare la sua tesi di macho padano, ovvio. Risi soddisfatto della mia disamina semiologica. Quando tornai mentalmente in salotto, voltandomi, lei era ancora lì, con gli occhi lucidi e mi guardava come se dovessi dire qualcosa. Così l’abbracciai, e dissi che ero senza parole, lei parve apprezzare. Appena si alzò per andare in bagno, mi rilassai e tornai alla mie elucubrazioni, stavolta si trattava di una accesa discussione tra me ed una caldissima segretaria cubana che insisteva per farlo sul divano, quando appariva ovvio che andasse fatto sulla scrivania.


Alcuni mesi dopo accompagnai la mia ragazza in ospedale per un liposuzione che io stesso le avevo consigliato.

Non sono uno di quelli della donna perfetta. Quando noto qualche piccolo difettuccio nella mia compagna mi vergogno molto del mio egoismo così mi autoinfliggo lunghi attimi di censimento dei miei difetti.

Un giorno mentre praticavo questa punizione, una parte del mio cervello cercava di fornirmi una scappatoia. Così mentre pensavo al grosso porro sul mio naso, ma ben prima di arrivare alle vere note dolenti, concepii che effettivamente non avevo nulla di cui rimproverarmi. In fondo solo una piccolissima parte della nostra vita è caratterizzata dalla visione di noi stessi, e può essere anche ridotta con una sapiente dislocazione di specchi e apparecchi riflettenti.

Cosa ci posso fare io se non mi vedo? E non vedendomi ovviamente mi risultano meno fastidiosi i miei difettucci. Mentre quelli degli altri, una volta scovati, sono delle piccole spine pronte a saltar fuori a seconda delle sfumature di luce.

Non sono convinto che questo argomento sia veramente così valido dal sollevarmi dalla mia punizione di cui prima, però devo ammettere che svolge bene il suo compito. Oggi ogni volta che penso alle mie imperfezioni, dopo le prime due o tre, mi viene in mente questo discorso e comincio a interrogarmi sulla sua leicità, con tanto di pro e contro, e alla fine mi stufo e passo ad altro.


Questo comunque non c’entra con il fatto che io abbia proposto una liposuzione alla mia ragazza. Credo che le modifiche su un corpo lo alterino, rendendolo per sempre artificiale.

Tuttavia la mia ragazza aveva messo su una pancia incredibile negli ultimi tempi, e fare l’amore con lei era diventato quasi impossibile, anche per quella sua fissa di comandare a letto.


Sfortunatamente c’era stato un grosso fraintendimento tra me e lei e non ci fu nessun dottore del grasso ad attenderci in ospedale.

Così pochi giorni dopo guidavo un po’ scosso la vettura che avrebbe condotto tutti e tre a casa.

Il nuovo arrivato aveva completamente rapito l’attenzione di tutti, e anche se ero stato io a caricare le cose in macchina e a guidare la stessa, nessuno pareva darmene conto.


Fu un viaggio molto faticoso per i miei poveri nervi, continuavo a ripensare alla montatura rossa degli occhiali di Maroni, che, a mio giudizio, mi era costata caro; e che comunque continuavo a reputare del tutto irrazionale.


Ero talmente scosso che dovetti fermarmi più volte lungo la strada per andare al bagno.

Ammetto di aver pensato ad un certo punto di scappare e mollare tutto.

Tuttavia quella che stava per diventare mia moglie (cosa che scoprì solo in seguito) era sempre stata una donna eccezionalmente scaltra, mio malgrado.

Perciò mentre correvo con le braccia protese in avanti in autostrada, lei non perse il self-control. Mettendosi furbescamente alla guida dell’auto, mentre io mi sarei atteso una rincorsa pedestre, mi raggiunse in un attimo e mi urtò di quel tanto che bastò a farmi fare un volo di un dozzina di metri.

Al mio risveglio il suo tacco era conficcato nel mio plesso solare e il suo sguardo da Sergente Maggiore Hartman in Full Metal Jacket era lo stesso della prima volta in cui avevamo fatto l’amore.


Una volta a casa seppi che stava per cominciare una nuova vita, non necessariamente migliore o peggiore di quella di prima, semplicemente diversa.

Avrei passato le mie giornate a dipingere la staccionata, pensavo. Poi pensavo anche che con il mio stipendio non mi sarei mai potuto permettere una casa che non fosse un trilocale angusto.

Pensavo che avrei potuto lavorare sodo per ottenere quella staccionata da dipingere di bianco, ma poi inevitabilmente mi dicevo che se avessi lavorato troppo non avrei mai avuto tempo di “lavorare alla mia staccionata”.


Ero anche profondamente confuso, passavo delle ore ad interrogarmi su quello che mi diceva la mia futura moglie.

Mi diceva che ero un uomo splendido, me lo ripeteva di continuo. Perché tanta enfasi? Non mi sembrava di avere fatto né più né meno del solito.

Credevo che fosse un modo per rivitalizzare il nostro rapporto, per evitare che scadesse nella routine.

Certo in fondo è proprio l’abituarci alla persona che ci sta accanto che ce la rende poco interessante dopo un po’. Dovremmo continuare a stupirci di ciò che fa, di quanto sia meravigliosa.

Questo pensiero mi consolava, mi sentivo un uomo fortunato.

D’altra parte quando lei completava la frase "sei un uomo meraviglioso" con "ad accettare un figlio non tuo, ma del tuo migliore amico", tornavo a sentire un profondo sconforto.


E’ così che un giorno, gentili colleghi, sono completamente impazzito, e la frustrazione mi ha condotto a varcare certi limiti che non avrei mai creduto di poter oltrepassare.


Nei primi tempi mi sono dedicato alla coprofagia ossessivamente. Questo hobby mi ha fatto fare cose di cui non vado fiero.

Frequentavo i bagni del McDonald di continuo, era una sensazione compulsiva, irrazionale.

Ridevo istericamente mentre pensavo alla merda che mangiavano quelli seduti al bancone. Merda industriale, da multinazionale, sghignazzavo. Non come quella che potevo gustare io.


Per disintossicarmi da questa mania sono stato costretto a diventare opinionista dell’ “Avvenire”. Fui molto apprezzato, anche se i miei articoli ruotavano inevitabilmente intorno all’idea di liberare la nobile popolazione Rom, estinguendola.


La mia follia però non si arrestava; ho dato vita ad un progetto scientifico per incrociare i cani verdi e lisci con i gatti gialli e ruvidi. Poi avrei incrociato il risultato con i maiali per ottenere un animale più gradevole da mangiare.

Tuttavia i cani e i gatti rifiutarono di accoppiarsi nonostante gli afrodisiaci e i film hard che li costrinsi a guardare.

Il progetto naufragò, ma dagli appunti presi durante questa esperienza, ne trassi un libro sui crimini della resistenza.

Il libro fu molto apprezzato, per qualche motivo, in Estonia.


Alla fine sono giunto qui, dove tutti quelli come noi, gentili colleghi, alla fine arrivano.

Vita significa cambiamento, le cose avvengono inesorabilmente; non dobbiamo soffrirne eccessivamente.


Beh è quasi mezzogiorno finalmente, direi che è ora di pranzo e quindi ci diamo appuntamento direttamente alla settimana prossima.


Onorevoli deputati dichiaro questa sessione conclusa, arrivederci.

giovedì 11 giugno 2009

il klan


Il malcapitato giocatore di calcio Mario Balotelli è stato vittima di insulti razzisti, lancio di banane e ha rischiato un'aggressione oggi a Roma. Motivo? Il colore della pelle.
Sinceramente non riesco a capire come in un paese dove la lega vola, dove il premier definisce Milano una città africana (e non per farle un complimento), possano accadere cose del genere.
In un paese dove Lombardo (presidente della regione sicilia) rompe con il pdl, e Schifani (presidente del senato) replica con una generica proposta di legge che prospetta che, in caso di MORTE del presidente di una regione, la giunta non vada sciolta.
In un paese dove il premier non ha fatto nulla di male con una ragazzina, però dà festini porno con invitati che arrivano con aerei di stato.
Certo bisogna anche capirlo, il premier, quando candida le veline. Vuole solo alleviare con "l'allegria" della sua villa sarda, le noiose riunioni a cui è costretto a prendere parte.

lunedì 1 giugno 2009

Prepotenze e Azzeccagarbuglismi



Non sopporto gli "azzeccagarbuglismi". Comportamenti ostruttivi e fuorvianti mirati ad impedire il raggiungimento di una qualche conclusione dopo una discussione.
Esempio di azzeccagarbuglismo: come può la sinistra dopo essere insorta sul caso Sircana appoggiare adesso "la Repubblica" nella sua battaglia sul caso Noemi. Ragionamento notevolmente sciocco che può essere facilmente confutato. Che Sircana vada a trans è un problema suo (e lo sarebbe anche di Berlusconi), mentre nel caso Noemi:
1 si ipotizza un reato grave del premier (lei era minorenne)
2 il premier potrebbe aver mentito spudoratamente agli italiani giurando sulla testa dei suoi (poveri) figli
3 il ruolo istituzionale e di rappresentanza che riveste impone un certo di tipo di comportamento: settantadue a diciotto non si può!
E' chiaro tuttavia che questa è un'argomentazione ad baculum, serve solo a difendere il potere.

Seconda parte.

Non sopporto le prepotenze. Possono essere di molti tipi. La più antica è quella fisica. Quella più recente è quella informatica. La forma probabilmente più comune è quella legata al potere. Ad esempio un uomo potente utilizza argomenti ad hominem per screditare la tesi di un cittadino privato e indifeso. Come il premier con l'ex fidanzato di Noemi, il quale avrebbe precedenti penali e per questo non sarebbe credibile.
Infine c'è una forma di prepotenza molto subdola, quella intellettuale. Usare l'intelligenza come arma è molto meschino.

Promemoria



Il termine "cretino" (usato per descrive le persone affette da "cretinismo") deriva dal francese e vuol dire (buon) "cristiano".