lunedì 23 febbraio 2009

Triple post offense



La triangle offense o triple post offense è l'attacco attualmente utilizzato dei lakers. Sviluppato da Tex Winter ufficialmente negli anni '50, i principi di questo attacco sedimentavano tuttavia già da una decina d'anni almeno nelle sinapsi di Sam Barry. La storia ha voluto che Tex Winter diventasse assistant coach negli anni '80 ai bulls, dove un altro assistente, poi head coach, Phil Jackson potè così incontrare e sposare questo sistema di gioco. Contestualmente a Chicago in quegli anni si aggirava gente del calibro di Jordan, Pippen Rodman Harper Kukoc e compagnia, cosa che contribuì non poco a far diventare la "windy city" la capitale del basket mondiale. Jax e Tex conclusa l'esperienza nell'Illinois decisero di intraprendere una nuova avventura nella città degli angeli.

Il sistema di gioco è una cosiddetta "motion offense" giocata sul principio del "read and react". Questo vuol dire che in questo genere di attacco non esistono dei giochi da chiamare e preparati a tavolino, ma si assumono determinate posizioni in campo, frutto del movimento continuo dei giocatori, e si obbliga la difesa a scoprirsi. Una volta che la difesa si è sbilanciata bisogna rapidamente accorgersi del punto debole (read) e attaccarlo (react). Questo significa che i cinque attaccanti non sanno neanche loro a cosa li porterà quella determinata azione offensiva, ma dovranno adeguarsi in base al movimento dei difensori, confidando che tutti, all'unisono, avranno la stessa lettura dei movimenti della difesa. L'altra caratteristica di questo attacco è il movimento continuo di palla e uomini (motion) che non deve mai essere rotto attraverso il palleggio e il mantenimento di una posizione fissa. In pratica questo attacco è fedele alla spirito del gioco come lo voleva Naismith che, quando inventò la pallacanestro decretò la regola che un giocatore non poteva correre con la palla in mano. La regola fu subito aggirata dal palleggio (nato come tentativo di correre lanciandosi la palla avanti), ma in questo attacco, in teoria, il palleggio scompare di nuovo in quanto rallentamento dell'azione che consente alla difesa di disporsi di nuovo.
Gli uomini e la palla si muovono continuamente finché uno di loro non sarà smarcato e potrà eseguire un tiro ad "alta percentuale" (di riuscita). Ovviamente questo tipo di gioco toglie qualcosa (eufemismo) al talento individuale e tratta i 5 giocatori come se fossero tutti uguali e interscambiabili, pertanto viene abbondantemente rivisitato nella sua versione moderna.
I Lakers raggiunta la metà campo avversaria si dispongono per formare un triangolo tra un giocatore in post-basso (comunemente il centro) e due giocatori posizionati in ala e in angolo. Gli altri due giocatori sono posizionati uno in post-alto sul lato debole (senza palla) e l'altro in punta. Da questa posizione iniziale cominciano una serie di movimenti, tagli e blocchi che serviranno a muovere la difesa. E' interessante notare come in questo sistema sia praticamente inutile la figura del play-maker, in quanto il giocatore che ha portato palla nella metà campo offensiva, si limita poi ad un semplice "entry-pass" per il giocatore in post. Particolarmente importante per la riuscita dell'attacco sono le spaziature tra i giocatori, non si può infatti ottenere una buona circolazione di palla e soprattutto il movimento della difesa se i giocatori non sono alla giusta distanza tra loro, ovvero la distanza che consente di creare spazi per infilarsi, che obbliga i difensori a muoversi, ma che non è tale da limitare la pericolosità del singolo, tanto da consentire al difensore di occupare una posizione più vantaggiosa.
Tra le contromisure utilizzate per difendersi da questo attacco, c'è quella di pressare molto a metà campo, e quella di aggredire l'entry pass cercando di anticipare la ricezione in post o quanto meno farla avvenire il più lontano possibile da canestro. L'idea è quella di ridurre il tempo a disposizione per l'azione offensiva (la circolazione di palla richiede qualche secondo prima di risultare efficace e muovere la difesa, inoltre è più complessa se si ha fretta) e di alterare le spaziature essendo i giocatori più lontani dal canestro e quindi meno pericolosi.
Il bello, secondo me, è che alla fine di questa intrigante partita a scacchi tra attacco e difesa, c'è il momento in cui l'uomo con la sua voglia, la sua paura, il suo fato scocca il tiro, e non è detto che quello ben costruito vada dentro e quello mal preso vada fuori.











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