Aveva l'ultima cartuccia da sparare il vecchio Clint, e ha sparato. "Gran Torino" è nel complesso un bel film, a mio parere il migliore tra gli ultimi del regista di San Francisco. Certo razzismo e bigottismo nell'america del mid-west non sono temi vergini del cinema moderno, ma non per questo il film non riesce a trasmettere spunti interessanti. Eastwood resta per tutto il film con la stessa faccia (non avendo il cappello..) e ogni tanto ripiomba nei vecchi difetti: scene ridondanti che poco lasciano all'intuito dello spettatore, personaggi appiattiti sull'unico messaggio che si intende veicolare. Il film tuttavia scivola bene, senza annoiare. Quando i buoni sentimenti stanno per avere il sopravvento e il tutto sembra intopparsi, ecco che l'ex sindaco di Carmel by the Sea tira fuori dal cilindro un gran finale che vale la scampagnata al cinema. L'appagamento è totale per quella parte di pubblico che conosce bene i suoi vecchi film. Infatti quasi ci si commuove per la definitiva uscita di scena del "Biondo" che disegna una fine per il suo personaggio che ad un livello più alto, funge anche da fine del personaggio interpretato da Eastwood trasversalmente nei suoi film. Addio Clint, thumbs up.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento